È possibile un futuro di biomateriali? Tra alcune indagine ho evidenziato ‘Human Material Loop’‘La ricerca di nuovi materiali bio-based è un tema centrale per la transizione ecologica così come la loro accessibilità: un aspetto importante è la scalabilità dei processi di produzione, la possibilità di rispondere velocemente alle richieste di mercato con soluzioni economiche a basso impatto ambientale…Attualmente nelle fasi finali della ricerca sviluppo e scalabilità del processo, Human Material Loop ha sviluppato una tecnologia plug-in che utilizza la fibra proteica di cheratina dello scarto (la stessa della lana) e che può essere integrata nei macchinari già esistenti all’interno dell’industria tessile. L’azienda ha ideato anche un processo chimico ecologico per convertire le fibre in una forma utilizzabile da questa tecnologia.’ Vedi link:https://www.internimagazine.it/design/materiali/da-biomateriali-a-materiali-biofabbricati-un-identikit/

Riferimenti presi dal 📕 ‘La grammatica dei tessuti’

NUOVE FIBRE SOSTENIBILI nella loro natura e potenziale. Dobbiamo proteggere dalle devastazioni senza rispetto e senso etico e adeguare la sostenibilità al contesto che cambia.

LANITAL, fibra proteica creata dall’esigenza di costruire fibre simili alla lana. Con la rigenerazione della cellulosa si è riusciti a imitare seta e cotone. Il Lanital è una fibra artificiale realizzata con uno scarto di produzione del latte, la caseina (principale proteina). Fu creato nel periodo della II guerra mondiale dal chimico Antonio Ferretti. E’ una fibra leggera, liscia, scorrevole. Come la lana condivide calore e morbidezza (non è attaccabile dalle tarme). Riscoperto per le sue qualità anallergiche, ha proprietà antibatteriche e capacità traspiranti. Prodotto in Italia dalla SNIA Viscosa.

FIBRA DI MAIS,🌽 offre comfort e mano tipici delle fibre naturali con costo simile a quelle sintetiche. Si ricava dalla polimerizzazione dell’acido polilattico, derivante dalla fermentazione dell’amido di mais (con macinazione delle pannocchie e formazione di resina composta in polimeri). Si degrada naturalmente in acqua e anidride carbonica e può essere riciclata. I tessuti realizzati con questa fibra non si infeltriscono, sono resistenti ai raggi UV e facili da smacchiare. Sono inoltre traspiranti, antibatterici e non assorbono gli odori.

SEACELL, nasce dal connubio tra una fibra di cellulosa e l’azione benefica delle alghe marine. Si tratta di un tessuto naturale, ricavato dalla lavorazione di un’alga bruna del Nord Europa, ‘l’Ascophyllum nodosum’ conosciuta come ‘kelp’ (cresce tra i fiordi dell’Islanda). A contatto con l’umidità dell’epidermide rilascia i suoi benefici: remineralizza la pelle, funziona da antinfiammatorio e fa da schermo ai raggi UV. Può essere definita come una “medicina indossabile”.

CRABYON, è una fibra recente creata dall’azienda giapponese Omiken-shi a Osaka. Il suo procedimento di produzione prevede la frantumazione dei gusci di crostacei provenienti dall’industria alimentare e la miscelatura con cellulosa estratta da faggio ed eucalipto, senza l’impiego di solventi. E’ una fibra sicura e la sua biocompatibilità è stata verificata scientificamente (usata in campo medicale e farmaceutico) con qualità antibatteriche antiallergica e biodegradabile. Il suo punto di forza è che le sue caratteristiche si mantengono inalterate grazie alla chitina. Per consistenza e aspetto e’ simile al cotone e si decompone come una foglia. Rimane fresca e impedisce ai tessuti di assorbire cattivi odori, evita irritazioni sulla pelle. Ottimale per l’abbigliamento sportivo. Continua

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