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Prendo spunto da un Post di ‘BalenaLab’ che parla di parole ‘ci rappresentano, dicono chi siamo, hanno il potere di cambiare le nostre opinioni, agiscono sulla percezione che gli altri hanno di noi, incitano all’azione, ci dividono, ci uniscono, ci commuovono… le parole creano la realtà. Le parole sono cibo per la lettura che ci permette di abitare altri mondi, altre storie. La narrazione ci porta nella nostra vita e in quella degli altri, di esserne testimoni o ci permette di essere gli stessi protagonisti. A volte quel mondo ci appartiene più intimamente e più direttamente di quello che credevamo.
…come disse una volta Confucio, “Scegli le parole con cura: se le parole sono sbagliate, allora anche ciò che ne segue sarà sbagliato“.
Parole sul foglio…bianco, dove scrivere l’insieme di lettere. La scrittura è il modo in cui ci orientiamo nello spazio che c’è nel foglio, lo spazio virtuale e reale per le nostre parole nello scambio di comunicazione. Mi ha incuriosito leggere che: ‘in grafologia’ il foglio è il simbolo del cosmo, dove l’orizzontale rappresenta il tempo in divenire e il verticale l’io. Il verbo è ciò che si manifesta, dove la sinistra è rappresentato dall’io nascente, il passato, il femminile; la destra, la parte attiva, il futuro, la realizzazione, il maschile. In alto il mondo ideale, le aspirazioni, le leggi; in basso la terra, il buio, l’impulso, la necessità di soddisfazione immediata… orientarsi sulla carta come nella vita’.
In questo momento storico il mondo si trasforma e cambia nella velocità di pensiero e concetti, dove imparare a parlare una nuova lingua sembra la traccia più forte. Il linguaggio la scrittura l’alfabeto, sono strumenti contemporanei e antichi, di scambio comprensione e appartenenza ad una cultura, da tramandare ai posteri.
Una ‘Torre di Babele’ di informazioni e proclami, che tirano da ogni parte e sulla quale ci stiamo avvitando, una società dell’immagine dove la maggior parte posta scrive e parla, ma pochi ascoltano. Un futuro distopico, dove la globalità sembra una limitazione e una riduzione da accettare, invece che una possibilità.
La parola “alfabeto” deriva dall’unione dei nomi delle prime due lettere dell’alfabeto greco: Alfa, la prima vocale e Beta, la prima consonante. I sistemi alfabetici sono tra i sistemi di scrittura più diffusi e quasi tutti derivano dai segni della scrittura latina. Il Fenicio è stato l’antenato più antico dei moderni alfabet’.
Ho ripreso alcune testimonianze da una mia newsletter recente per 2 piccole mostre:
L’incanto, la bellezza e la sorprendente capacità di unire architettura, tecnologia e arte…percorso culturale tra macchine da scrivere e poesia con tavole pubblicitarie
In un breve testo, Elio Vittorini conclude con queste parole: “…lo scopo che resta, quello comune di ogni pubblicità. Pure gli autori delle tavole hanno lavorato tenendone presente uno molto più immediato: creare immagini che riuscissero a durare nell’uomo e a vivere in lui”.
Nelle tavole si ritrovano segni ricorrenti nella comunicazione grafico-pubblicitaria della Olivetti: i fiori, le mani, le parti meccaniche, le lettere e gli alfabeti, la sfera, la figura femminile. Ma si ritrovano anche quelle cifre tipiche dell’architettura razionalista del Bauhaus e del futurismo a cui si rifacevano sia Adriano Olivetti, sia gli architetti e i designer che nella Milano anni Trenta collaboravano con la Olivetti. Elementi che contribuiscono a descrivere un’impresa che genera e nutre una cultura tecnica dell’innovazione nell’industria, secondo il modello del Bauhaus di scuola democratica che nell’integrazione delle arti ha delineato un metodo di ricerca e produzione. Avanguardia nella tecnica secondo un preciso modello culturale, prima ancora che codice estetico.
‘Lettere‘ da scrivere a macchina, in un vecchio modello N.22 in Mostra ad Ivrea dedicata ad Olivetti



L’altra riguarda la cartoleria Bonvini 1909 a Milano, con evento dedicato ad una retrospettiva di vecchi quaderni dalle copertine a temi:
l’importanza del disegno grafico con riferimenti a stili e momenti ispirati all’arte
Serie Quaderni d’autore., Una proposta per la scrittura e il disegno nata dall’incontro tra l’esperienza della storica della Cartoleria e Tipografia milanese con gli artisti e illustratori che collaborano e hanno pubblicato opere a tiratura limitata. La serie Quaderni d’Autore è prodotta in Italia con materiali di alta qualità derivanti da cicli virtuosi di riciclo post-consumo. I quaderni hanno copertine decorate sul fronte e sul retro con immagini che raccontano, attraverso diverse tecniche e modalità espressive, percorsi di saperi artigianali e sguardi sul presente filtrati dalla memoria, per costruire possibili archivi del futuro.
Mi piacciono le varie illustrazioni che mi ricordano quando da bambina curiosa ero ‘presa’ dalle cartolerie: ero conquistata dagli oggetti esposti nel tipico odore-profumo, in ambienti anche un pò austeri, alla ricerca dei colori… e penso spesso a come il colore trasformi gli spazi in cui viviamo, visivamente ed emotivamente…E allora perché non li consideriamo abbastanza, usandoli maggiormente?



La matita, piccolo oggetto quotidiano, essenziale e necessario. Empatica con i nostri movimenti, si muove rapida e leggera ma anche forte.
Delinea, rintraccia parole, segni numeri, schizza disegna e colora….quante cose racconta!