Opera di Louise Bourgeois (senza titolo)
’…nel Blu dipinto di Blu…’, ritornello di una famosa canzone...
I colori sono associati alle emozioni e queste possiedono il loro arcobaleno e, tra tutti i colori dello spettro quello dominante è il blu, il colore della vita interiore (W. Gass)
Quanto si usa questo Colore! Internet stesso è un mondo fatto di blu: FB-Twitter-LinkedIn-Microsoft-Wikipedia, vari link ipertestuali e molte homepage e finestre. Una scelta casuale, che riflette la vita reale. E’ il colore preferito dalla maggior parte degli uomini e delle donne, indipendentemente dal loro paese. nel 2019 Pantone, lo ha proposto come colore del 2020, il ‘Classic Blue’, definendolo rassicurante in grado di dare un senso di protezione solidità e fiducia’. Legata a questo colore c’è una scoperta interessante: i non vedenti riescono, tramite un recettore speciale, a percepire la luce blu.
E’ particolare come nella cultura anglosassone, il blu abbia un’accezione più o meno negativa. Sono le varie le espressioni d’uso: ‘blue mood’ umore malinconico o semplicemente ‘blue’, ‘b. funk’ paura blu, ‘b. movies’ film a luci rosse, ‘blue blood’ sangue blu, ‘b. collar’ tute blu, ‘b. ribbons’ eccellenza, ‘my b. heaven’ al settimo cielo, ‘b. balls’ non poterne più …
Oggi, è il colore preferito nel mondo, soprattutto in Europa, conseguenza della sua ascesa nel periodo Romantico (nei vari toni), enfatizza i valori sociali morali artistici e religiosi. Non è un colore così presente in natura, poche le piante i fiori gli animali le rocce e anche se noi percepiamo il mare e il cielo come tali, non valeva per gli antichi. Probabilmente i primi a distinguerlo e apprezzarlo, furono gli Antichi Egizi, tramite il lapislazzulo, proveniente dalle montagne del Badakshan, (nord-est dell’Afghanistan). Il blu egiziano è considerato il primo pigmento prodotto sinteticamente dagli uomini, usato per dipingere ceramiche e statue decorare, tombe dei faraoni e pitture parietali. Prodotto ad Alessandria, fu poi importato e riprodotto nell’antica Roma da un certo Vestorius, utilizzato nella pittura vesuviana e nell’Impero Romano, si diffonde poi l’uso in Europa. A Roma, indossare il blu significava lutto e sfortuna. La sua connotazione negativa era anche legata ai barbari (l’uso di tingersi il corpo in battaglia). La relativa considerazione continuerà anche nel Medioevo, finchè nel Rinascimento con la pittura (resa possibile dalla stessa religione) verrà valorizzato un tono di b., il blu oltremare.
Il blu ci aiuta a guardarci in profondità, per fare chiarezza quelli che sono i nostri valori e a guardare in faccia le nostre verità

Il blu oltremare è considerato per secoli il “vero e miglior blu”. Il suo prezzo rivaleggiava con quello dell’oro, viene usato soltanto nelle opere più pregiate dei ricchi committenti (soprattutto nel manto della Madonna). Motivo per cui i pittori ripiegavano sull’azzurrite.
Nello stesso periodo, in Cina si produceva il Blu di Han, mentre nella Meso-america si usava il Blu Maya: era a base di indaco, un pigmento organico ricavato dalle foglie di alcune leguminose, mescolato all’argilla e riscaldato.
Indaco – era impiegato già da Egizi, Etruschi e Romani per tingere i tessuti, continuando ad usarlo anche nel Medio Evo. Nel 1880 il colorante naturale venne sostituito da quello sintetico, tuttora usato per tingere i blue jeans. Recentemente è stato scoperto che può essere prodotto anche dal batterio Escherichia coli: chiamato indaco biologico, potrebbe essere un elemento importante dell’industria tessile dei prossimi anni.
Tuareg -‘uomini blu’ soprannome dato ai pastori berberi che, muovendosi nel deserto del Sahara e indossando turbanti blu per protezione al sole, che al contatto del sudore, il blu delle foglie indago stinge sulla pelle.
Bonnet -‘cuffietta blu’ deriva da una pianta di grandi inflorescenze, diffusa nelle selvagge praterie del Texas, diventata poi emblema e battezzata con questo nome poichè ricordava la forma dei copricapi delle pioniere, alla conquista del West.
Blu di Prussia – è il più importante dopo l’oltremare. Fu scoperto per caso nel 1706 a Berlino, dal fabbricante di pigmenti, lo svizzero Johann Jacob Diesbach. Era utilizzato per tingere i tessuti, in particolare le divise militari, sia dei prussiani che degli eserciti napoleonici (in Francia chiamato bleu National). Fu considerato da vari artisti in pittura come Pablo Picasso nel suo ‘periodo blu’ e il giapponese Hokusai nella ‘Grande onda di Kanagawa’. Usato nella cianotipia (uno dei primi metodi di stampa fotografica) come anche dagli architetti, per riprodurre planimetrie per disegni tecnici e fotografie dette per questo blueprints, un termine che oggi indica uno schema da seguire, una traccia.
Con il Blue Klein, il b. oltremare fece un passo in più. Negli anni Cinquanta il pittore francese Yves Klein ne sviluppò una versione opaca, che registrò nel 1960 con il nome di International Klein Blue, IKB: divenne il suo marchio di fabbrica. I suoi ‘robusti ed esuberanti’ blu in contrasto con i tenui, malinconici e disperati blu di P. Picasso. Uno degli impieghi più noti e toccanti dell’IKB è il film ‘Blue’di Derek Jerman, che mostra per 75 minuti la stessa sfumatura accompagnata da monologhi, dialoghi e da un arrangiamento.
L’YInMn, l’ultimo blu, venne scoperto nel 2009, chiamato così per le iniziali dei suoi componenti: (for yttrium, indium, manganese) fu ottenuto da Andrew Smith. Fu poi brevettato nel 2012 e da allora è stato utilizzato per l’uso esterno, prima di essere approvato nell’uso generale dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente nel 2020, con il nome di Blue 10G513. L’azienda Crayola ha messo in vendita un pastello di YInMn blu chiamato Bluetiful, un gioco di parole tra blu e bello (beautiful, in inglese). È un b. puro, senza aggiunta di pigmenti bianchi o neri, è molto stabile resistente e privo di componenti tossici.
Insomma, il BLU è il colore creativo per eccellenza! Rappresenta l’evasione, simboleggia la libertà e suscita un senso di pienezza e di armonia con l’ambiente circostante. C’è la vastità del blu del mare che con l’orizzonte taglia quella del cielo o viceversa a un viaggio, alla libertà, ci restituisce concentrazione ed equilibrio interiore. E’ positivo e intenso, calmante e tonificante, è la tinta più spesso associata a un senso di fiducia, stabilità e competenza. È anche alla base di molte sfumature, nella moda (completo gessato, divise dei colleges, blue-jeans…) come nell’arredo. Il blu zaffiro rende speciale la zona living, gli arredi e i complementi; nelle sfumature più polverose come l’azzurro carta da zucchero è di forte impatto estetico in camera da letto dove si accorda con il sonno e rilassa.
Comunque lo si interpreti anche nella sua neutralità classica, ha un suo fascino e determinatezza, un qualcosa di magico e nobile, e per me è il colore che non associo mai al cattivo gusto!
